Ecco che, con VALERIU BUTULESCU, la Romania ci regala un grandissimo aforista contemporaneo

“Non potete mandarmi in esilio. Il mio Paese è questo granello di polvere chiamato Terra”

VALERIU BUTULESCU

…..Lo scrittore VALERIU BUTULESCU, nato nel 1953 a Preajba Gorj, è un nome che non ha bisogno di presentazioni. Ingegnere e dottore in scienze tecniche, ha esordito come scrittore nel 1985 con la raccolta di aforismi “Oaze de nisip” (Oasi di sabbia). Come drammaturgo, ha debuttato nel teatro nel 1993 con la commedia “Hoțul cinstit”. Seguirono oltre trenta volumi di saggi, poesie, opere teatrali e traduzioni, ma lo scrittore si affermò  soprattutto come autore di aforismi, tradotti e pubblicati in numerose lingue e apprezzati da personalità di tutto il mondo.

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VALERIU A TORINO
Premio alla Carriera nella III edizione del “Torino in Sintesi”

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NOTIZIE. Dicono di lui.
By Tiberiu Vintan. Dalla rivista “Ziaruv Exlusiv”

…..Valeriu Butulescu è, in Romania, tra gli autori di aforismi più noto di tutti i tempi  e uno dei più apprezzati al mondo. I suoi libri sono apparsi in numerose lingue e sono stati commentati con ammirazione ovunque. Ha ricevuto numerosi premi all’estero. I  suoi aforismi non hanno nulla della ripetitività dei “pensieri” di tanti contemporanei: Valeriu, infatti, si esprime attraverso le sue frasi disparate (e sempre eleganti, come un nodo di cravatta ben fatto). Esse coprono un ampio registro stilistico: dall’ironia caustica, senza replica, alla confessione disperata, dall’alto lirismo all’esuberanza che inventa paradossi.  I rumeni scoprirono tardi Valeriu Butulescu: viene subito apprezzato all’estero, dove i suoi circa 2.000 aforismi (di cui 200 di genere brillante) sono stati tradotti in circa 20 lingue.

…..Visse per quasi sei anni in Polonia, a Łódź e Cracovia, dove completò gli studi universitari, dove scoprì che lì l’aforisma era molto popolare. Il comunismo polacco, meno severo di quello rumeno, tollerava tali eresie letterarie ed era più comprensivo nei confronti della libertà di espressione.

…..Nel 1986, compare un gruppo consistente di aforismi, accompagnato da un testo critico elogiativo, firmato da Alex Ștefănescu: “Butulescu è un poeta molto attivo, autore di aforismi e traduttore di letteratura polacca.  Raggiunge i migliori risultati negli aforismi, un genere difficile, minato dal rischio di cadere nel ridicolo. Valeriu Butulescu evita questo rischio, ricorrendo all’ironia, al paradosso”.

…..Valeriu Butulescu è un grande scrittore. Il fatto che si esprima attraverso piccoli testi non contraddice questa qualità. Il suo lavoro, come un polline miracoloso, saprà sempre aggrapparsi alla memoria dei vivi (“Quando la stupidità prende il volo, il cielo si oscura.”); la profonda analisi psicologica dostoevskiana (“Nelle anime oscure, l’odio persiste, come la neve sui pendii senza sole.”), l’ironia caustica e inconfutabile (“Mi annoio raramente e non sono mai solo.”), il patriottismo dichiarato in modo virile (“Se gli alberi a volte cambiano la loro patria, solo i confini sono da biasimare.”), l’ironia irresistibile (“Temo la morte accidentale. Ecco perché evito gli ospedali.”), il pamphlet scritto con verve in poche parole (“Alcuni poeti ricordano i cuccioli portati a spasso. Qualunque strada tu scelga, vanno avanti.”), il paradosso rivelatore (“Sii imparziale e la bilancia penderà.”), la filosofia di buona qualità (“Arcobaleno. Superba appare la luce nella sua fase di decomposizione.”), la storia di una vita, un romanzo in dieci parole! (“Alla fine mi hanno convinto a lasciarmi costringere.”) – queste sono solo alcune delle sfaccettature della sua opera.

Gli aforismi di Valeriu Butulescu
Traduzione Alina Breje

Questi pensieri non appartengono a me. Dio li ha dettati, il Diavolo ne ha fatto la correzione.

Sono un granello di sabbia. Ma senza di me, il deserto sarebbe più vuoto.

Ogni anno oltrepassiamo senza saperlo il giorno della nostra morte.

La preistoria: una storia che ha meno date e meno sangue.

Sul tronco tagliato ieri, un ramo ingenuo continua la sua fioritura.

La terra corrotta con oro. Il cielo corrotto con mirra e incenso.

Il libro. L’eternità dentro una bara di carta.

La vita. Un capolavoro della sabbia tra due onde.

Posso credere nelle idee contraddittorie, se hanno abbastanza poesia.

L’aquila uccide l’usignolo. Non per la carne ma perché sta cantando troppo bene.

Assaporiamo il profumo del fieno tagliato. Non sospettiamo che sia l’odore della morte.

Ho qualcosa della follia della foresta. Mi spoglio, quando l’inverno è vicino.

Signore! Ci hai creato dal fango. E ci hai trattato come tali.

Per una pioggia banale, che spreco di fulmini!

Le ali. Bisogna fare attenzione che esse non superino i limiti della gabbia.

Originale, come un pappagallo alla sua prima audizione.

La poesia è la rugiada scintillante nel sole. Quando questa rugiada bagna le nostre scarpe, è la prosa della vita che comincia.

Dopo aver sopportato il freddo sotto il regime comunista, i romeni non possono essere spaventati dalle fiamme dell’inferno.

Le antiche chiese sono a metà interrate. Il suolo si alza più in fretta che la fede.

La gloria è molto strana. Augia è diventato famoso non per i suoi cavalli, ma per il loro letame

Idioti. Avete scritto H2O sulle cisterne d’acqua. E tre filologi sono morti di sete.

Sto invecchiando. Quanto più ho la vista debole, tanto più chiaramente mi leggo dentro.

E’ un peccato rovinarti i denti digrignando la vendetta.

I vegetariani salvano la vita di molti animali. Ma creano uno stress imperdonabile alle verdure.

Guerra moderna. Muoiono più giornalisti che soldati.

Colombo sarebbe arrivato in India. Ma è intervenuta, come al solito, l’America.

Il cambiamento politico. Altri pastori, altri cani, le stesse pecore.

Ho dei dubbi, Signore! Il Diavolo è messo troppo bene nei sondaggi.

A volte la pace è più stressante che la guerra. Non spara nessuno. Tutti prendono la mira.

La poesia è il canto dei delfini. Non tutte le orecchie possono percepirla.

Ogni anno oltrepassiamo senza saperlo il giorno della nostra morte.

Il vantaggio della superficialità. E’ sempre in primo piano.

Se non ci fosse stato il serpente, Eva sarebbe ancora una vergine che passeggia in paradiso. L’umanità deve la sua esistenza al serpente.

La velocità della luce, per quanto rapida sia, sarà sempre uguale a quella del buio.

Neppure il codice penale è imparziale. Sta dalla parte degli onesti.

Il numero dei santi è aumentato proporzionalmente alla richiesta di reliquie.

La poesia è nata nella notte in cui l’uomo ha iniziato a contemplare la luna, consapevole del fatto che non era commestibile.

Per il poeta Ovidio, gli antichi romani non hanno trovato una punizione più severa che l’esilio sulla costa romena.

I sovietici mi hanno insegnato a scrivere “Dio” in minuscolo. Gli americani a scrivere “Io” in maiuscolo.

Le orecchie invidiano gli occhi. Hanno le palpebre.

La purezza dell’infanzia. Ogni fiume è limpido alla sorgente.

Arriva un tempo in cui viviamo di ricordi, come il cactus, dell’acqua raccolta nel fusto.

Non vedere la generosità nel frutto dell’albero, ma solo una sete di continuità.

Nell’unione amorosa dei fiori, decide il vento.

Seppellitemi sotto una quercia. Tra centinaia di anni la mia mente tremerà nelle foglie.

Circondato dai gatti, il canarino inizia a credere nell’utilità della sua gabbia.

Il pinguino. Un uccello può vivere tra i ghiacci. Ma non vola e non canta più.

Prima di negoziare con il lupo, mettigli la museruola.

Ora al centrodestra, ora al centrosinistra. Cosi avanza il serpente.

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