Gli aforismi di ANACLETO VERRECCHIA, costante e fervido interprete d’indipendenza intellettuale

«Il mondo è un condominio tra la malvagità e la pazzia: l’una regna e l’altra comanda.»

ANACLETO VERRECCHIA

 

…..Ciociaro di nascita (Vallerotonda) ma torinese d’adozione, Anacleto Verrecchia (1936-2012) fu certamente tra i personaggi più estrosi e irregolari della cultura italiana.
…..Filosofo, scrittore, giornalista (premio Guidarello per il giornalismo d’autore nel 1995), germanista di vaglia, fece dell’indipendenza intellettuale il suo marchio di fabbrica. Anticonformista, non aveva lo spirito gregario degli armenti e sempre lontano si tenne tanto dalle consorterie accademiche, quanto da quelle politiche. Tanti i suoi bersagli polemici, le sue antipatie: i filosofi di professione, “inutili come la coda dei montoni, la quale non serve né a scacciare via le mosche, né a coprire le pudenda”; i politici; i preti, il cui pulpito avrebbe voluto vedere assalito dai suoi amati stambecchi; i critici letterari, pronti a deporre le proprie uova nei nidi altrui.
…..Sguardo critico, ironico e disincantato, il suo pensiero non nasconderà mai un viscerale pessimismo antropologico. L’uomo non migliora e se migliora sarà soltanto verso il peggio.

GLI AFORISMI
Da una selezione di Dario Stanca

L’uomo è misura di tutte le cose? No, l’uomo è soltanto un minuscolo insetto.

L’uomo è l’unico animale che nuoti nella schiuma del superfluo.

I preti dicono di avere una fiducia cieca nel loro Dio. Ma allora perché mettono il parafulmine sulle chiese?

Il mondo è pieno di spine e non è adatto ai piedi della pelle troppo delicata.

Diffida da quelli che fanno carriera. Difficilmente hanno un carattere nobile.

Le principali molle della vita sono la noia e la vanità.

La malvagità non è mai così pericolosa come quando dice di avere un ideale.

Il modo migliore di saggiare la sostanza dei libri sarebbe quello di metterli in infusione, così come si fa con certe erbe.

Il critico, non importa di quale arte, è un eunuco che si dà arie da Don Giovanni.

Come le cattedre di teologia non hanno mai prodotto un santo, così quelle di filosofia non produrranno un filosofo.

Come potrebbero i teologi negare l’esistenza di Dio, visto ci campano sopra?

Se si sente parlare di bestialità sappiamo subito che si tratta di azioni umane.

Ciò che simboleggia meglio la vanità di tutte le cose, fama letteraria compresa, è il fiore di zucca: dura appena lo spazio di un giorno. Poi appassisce e muore.

Pensare è difficile, però si può benissimo parlare e scrivere senza pensare.

La fama è spesso un caso o un luogo comune.

Gli uomini, dice Marco Aurelio, o li migliori o li sopporti. Ma la prima cosa è impossibile e la seconda è difficile.

Di per sé il lusso non ha mai reso felice nessuno.

Sono sempre più dell’avviso che la religione sia una forma di pazzia o, se si preferisce, una patologia della mente.

Nella solitudine noi dobbiamo sopportare solo noi stessi, mentre vivendo in società dobbiamo sopportare anche gli altri, che raramente sono migliori di noi.

Di tanto in tanto bisogna far decantare anche le amicizie. Altrimenti il mosto della troppa confidenza fermenta e si tramuta in aceto.

Bordelli letterari: le fiere dei libri.

Dicono che la storia proceda sempre in avanti sulla via del progresso. Ma non è vero: spesso ritorna indietro fino alla barbarie.

La gratitudine è merce rara sulla terra.

Fidare nella razionalità e nella saggezza degli uomini, è come deporre i propri capitali nella banca degli zingari.

Ciò che non cambia mai e resta immutabile è la pazzia degli uomini.

Strano che a nessuno sia venuto in mente di tassare le parole, parlate e scritte.

Lo studio non stanca, anzi corrobora. Sono le disoccupazioni intellettuali che uccidono.

Osservato un criceto nella gabbia. Ma l’uomo, con l’arrabattarsi da mane a sera con i suoi problemi, è forse qualche cosa di diverso? Anche lui gira e rigira in una sorta di ruota. L’unica differenza è che la ruota in cui gira il criceto ha un raggio minore.

La società è una grande mascherata, anzi una grande pagliacciata.

Misuro la civiltà dei popoli da poche cose, l’amore per gli animali è una di queste.

Nessun animale si complica la vita come l’uomo. Sarà pure l’animale più intelligente, ma non certamente il più felice o almeno il più libero.

Chi non ha personalità si mette a rimorchio di un partito e nuota in gruppo come i tonni.

Se è vero, come dicono i chierici, che questo mondo è stato fatto da Dio, allora è molto probabile che il figlio, morto sulla croce, abbia espiato le colpe del padre.

Un dio crocifisso è paradossale e un dio circonciso è ridicolo.

Nessun pesce abbocca con tanta voluttà all’esca come il vanitoso all’adulazione.

Quando si tocca il fondo delle sofferenze, delle due l’una: o si fa naufragio o si ritrova la forza per spiccare il volo verso l’alto.

Ognuno di noi vive con l’illusione di essere un rubino del sistema solare, ma poi ci si accorge che siamo solo della povera polvere, con la quale si potrebbe tutt’al più concimare le cipolle.

Cimiteri: discariche del genere umano.

La gente cosiddetta bene è torturata dalla noia.

La causa del mondo va ricercata nel mondo stesso e non fuori di esso. Il teismo è un’assurdità colossale.

Le chiese, soprattutto le cattedrali, dimostrano che l’uomo agisce solo per passione o per fede, non certo per motivi razionali.

La teoria del Big Bang significa che Dio, dopo aver fatto un mondo come questo, pensò bene di spararsi?

Il carattere di un popolo come quello di un singolo individuo non cambia. Siamo quello che siamo per invincibile natura. Per il saggio l’uomo rimane sempre uguale a se stesso .

Un grande spirito, poeta o filosofo che sia, è sempre isolato, perché suona su un registro che non è quello della generalità degli uomini.

Osservato un riccio e pensato che il più avveduto è lui, perché ha capito che in questo mondo, se non si è armati, ti sbranano.

Le formiche che vanno avanti e indietro sanno benissimo perché lo fanno, ma gli uomini no. Girano solo per il gusto di girare e non si capisce perché abbiano un cervello visto che un midollo spinale sarebbe più che sufficiente.

Nel mondo attuale, così piatto, gli alberi sono gli unici esseri viventi a tendere in alto.

Con il passare del tempo l’uomo peggiora: siamo alla cosiddetta teoria discendente.

Il cervello degli italiani è impastato male.

L’uomo non è mai così malvagio come quando dice di agire per un ideale.

Tutti si atteggiano a miglioratori del mondo, tutti dicono di avere la ricetta giusta per governare l’umanità e nessuno si accorge di non essere neppure in grado di migliorare se stesso.

Gli unici esseri che nel Central Park mi abbiano dato l’impressione di avere un’anima sono stati gli scoiattoli.

Sono perfettamente convinto che la Terra, senza l’uomo, sarebbe più bella e soprattutto più tranquilla.

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