Gli aforismi di
SIMONE DE BEAUVOIR
(Parigi, gennaio 1908 – Parigi, aprile 1986. Filosofa, saggista, femminista:
rappresentante dell’esistenzialismo francese)
– Mi è stato più facile pensare un mondo senza creatore, che un creatore pieno di tutte le contraddizioni del mondo.
– Mentire, è offendere Dio.
– Invidiai un cuore capace di battere all’unisono con l’intero universo.
– Son sicura che salirò più in alto di tutti loro. È orgoglio? Se non ho genio, sì, ma se ne ho – come a volte credo, come a volte son sicura – è soltanto lucidità.
– Per entrare nel segreto delle cose, prima bisogna darsi a esse.
– La vecchiaia è la parodia della vita.
– «Che gusto c’è a viaggiare? Non ci si lascia mai», mi ha detto qualcuno; io mi lasciavo. Non che diventassi un’altra, ma sparivo.
– La bellezza si racconta ancora meno della felicità.
– La parola a volte non rappresenta che un modo, più scaltro del silenzio, di stare zitti.
– Invecchiare è definirsi e stabilire i propri limiti.
– La vecchiaia da lontano la si prende per una istituzione, ma in realtà si tratta di giovani che all’improvviso si ritrovano vecchi.
– Non si finisce mai di imparare perché non si finisce mai di ignorare.
– Riporre la propria salvezza su qualcuno che non sia noi stessi è il più sicuro mezzo di correre incontro alla propria perdita.
– Ciò che si cerca negli oggetti di valore non è un godimento immediato: essi servono da tramite col prossimo; il loro prestigio deriva da quello di chi li valuta.
– Se un dolore viene tenuto temporaneamente lontano, non si può dire che abbia cessato di esistere; è presente persino nella cura con cui si cerca di evitarlo.
– Che cos’è un adulto? Un bambino gonfio di anni.
-La gente simpatizza più volentieri con l’infelicità anziché con la felicità.
– L’atroce contraddizione della collera che nasce dall’amore e distrugge l’amore.
– Ero fatta per un altro pianeta, ho sbagliato destinazione.
– Non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi.
– Orgoglio imbecille. Tutte le donne si credono diverse; tutte pensano che certe cose, a loro, non possono succedere. E si sbagliano tutte.
– La fatalità trionfa non appena si crede in lei.
– Non è nel dare la vita, ma nel rischiare la vita che gli esseri umani sono superiori agli animali; questo è il motivo per il quale nell’umanità la superiorità è stata data non al sesso che porta avanti, ma a quello che uccide.
– La società non si cura dell’individuo che nella misura in cui esso renda.
– La vecchiaia non può essere compresa se non nella sua totalità; non è soltanto un fatto biologico, ma un fatto culturale.
– V’è una passione profondamente radicata nella sessualità, e che è esasperata dall’età: la gelosia.
– In tutte le lacrime indugia una speranza.
– Se tu mi ami come io ti amo, perché perdere tre quarti della vita ad aspettarci?
– Non s’arriva mai a possedere il mondo.
– Sono un’intellettuale. E mi fa rabbia che si faccia di questa parola un insulto: la gente ha l’aria di credere che tanto meno s’ha cervello, tanto più s’hanno coglioni.
– Questa è ciò che considero vera generosità. Dai tutta te stessa e tuttavia ti senti sempre come se non ti fosse costato nulla.
– Esistere è osare gettarsi nel mondo.
– E’ facile pensare di essere un sovrano quando sei da solo, considerarti forte mentre eviti con la massima cura di sollevare qualsiasi peso.
– L’uomo è libero; ma trova la sua legge nella sua libertà stessa.
– La suprema felicità per una donna innamorata è quella di venire riconosciuta dall’uomo amato come una parte di se stesso; quando egli dice “noi” lei partecipa al prestigio di lui e con lui regna sul resto del mondo; non si stancherebbe mai di ripeterlo, fino alla noia, quel delizioso “noi”
– Non si muore né dell’essere nati; né dell’aver vissuto, né di vecchiaia. Si muore di un «qualche cosa».
– Profumo, pellicce, biancheria fine, gioielli: lussuosa arroganza di un mondo dove non c’è posto per la morte; ma essa restava in agguato dietro quella facciata, nel segreto grigiastro delle cliniche, degli ospedali, delle camere chiuse.
– Mi sono dimenticata senza problemi di Dio e se ho usato il suo nome, è stato per designare un vuoto che davanti ai miei occhi brillava di pienezza.
– Il vuoto del cielo disarma la collera.
– È proprio perché odio l’infelicità e sono poco incline a prevederla, che quando la incontro essa m’indigna e mi sconvolge; e provo il bisogno di comunicare la mia emozione. Per combatterla, bisogna prima rivelarla.
– Se vivi abbastanza a lungo, vedrai che ogni vittoria si muta in una sconfitta.
– È proprio di ogni morale considerare la vita umana come una partita che si può vincere o perdere, e insegnare all’uomo il modo di vincere.
– Voler essere libero, è anche volere che gli altri siano liberi.
– L’uomo serio è pericoloso; è naturale che diventi tiranno.
– Noi sappiamo che ogni uomo è mortale, ma non che l’umanità deve morire.
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Gli aforismi di
RITA LEVI MONTALCINI
(Torino, aprile 1909 – Roma, dicembre 2012: neurologa,
Premio Nobel per la Medicina nel 1986)
– Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina più concretamente alla felicità sulla terra.
– Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.
– Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società.
– Il cervello non ha rughe: se continua a lavorare sodo, si rinnova continuamente, anche dopo gli 80 anni e, a differenza di altri organi, può perfino migliorare.
– Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita.
– Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi.
– Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.
– Lo scopo della vita è disinteressarsi di noi stessi e interessarsi al mondo che ci circonda.
– Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte.
– Non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì.
– Il cervello arcaico ha salvato l’australopiteco, ma porterà l’homo sapiens all’estinzione.
– La testa. C’è chi l’abbassa, chi la nasconde e chi la perde. Io preferisco chi la usa.
– Rifiutate di accedere a una carriera solo perché vi assicura una pensione. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare ‘usque ad finem’, fino alla fine.
– Malgrado l’età io non vivo nel passato, ma nel futuro!
– Forse io sono una innata ottimista, ma penso che ci sia sempre qualcosa che ci salva.
– Quando avevo tre anni decisi che non mi sarei mai sposata.
– Qualunque decisione tu abbia preso per il tuo futuro, sei autorizzato, e direi incoraggiato, a sottoporla ad un continuo esame, pronto a cambiarla, se non risponde più ai tuoi desideri.
– Lo scopo ultimo di quanto si produce non è il premio, ma il piacere di utilizzare al meglio le capacità cognitive delle quali è dotato l’Homo Sapiens.
– A vent’anni volevo andare in Africa per curare la lebbra. Ci sono andata da vecchia, ma per curare l’analfabetismo, che è molto più grave della lebbra.
– Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace.
– La stretta di mano è per l’amicizia l’ultima lettera dell’alfabeto, per l’amore è la prima.
– Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.
– Non è l’assenza di difetti che conta, ma la passione, la generosità, la comprensione e simpatia del prossimo, e l’accettazione di noi stessi con i nostri errori, le nostre debolezze, le nostre tare e virtù, così simili a quelle dei nostri ascendenti e discendenti.
– Credo nelle donne, ma non credo nei movimenti femministi.
– Per la componente femminile del genere umano è giunto il tempo di assumere un ruolo determinante nella gestione del pianeta. La rotta imboccata dal genere umano sembra averci portato in un vicolo cieco di autodistruzione. Le donne possono dare un forte contributo in questo momento critico.
– In America si lavora bene e si vive male. In Italia si vive bene e si lavora male.
Per me quello che conta, in una persona, non è che sia ebrea o cattolica, ma che sia degna di rispetto. E sono convinta che non esistano le razze, ma i razzisti.
– Ognuno può essere della religione che vuole: cristiana, musulmana… Io sono della religione laica.
– Chi ha la fortuna di possedere la fede si avvale di un sostegno impareggiabile in tutte le fasi del percorso vitale. Se si sostituisce a un Dio antropomorfo, che premia i buoni, l’imperativo inciso nel programma genetico dell’Homo sapiens che il bene ha un premio in se stesso, e il male ha il suo castigo, il laico e il credente troveranno la risposta.
– La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell’altro incoraggiato. Così pure tra popoli. È sempre un dato culturale.
– Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo – sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così.
– Bisogna dire ai giovani quanto sono fortunati a nascere in questo splendido Paese che è l’Italia.
– Non cancellate il futuro di tanti giovani ricercatori che coltivano la speranza di lavorare in Italia.
– C’è solo una categoria che possa stabilire i limiti alla scienza: gli scienziati. Che non sono affatto delle persone irresponsabili.
– Affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito.
Gli aforismi di
ALDA MERINI
(Milano, marzo 1931 – Milano, novembre 2009): poetessa, aforista e scrittrice)
– Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.
– Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita.
– Chi decide cosa è normale? La normalità è un’invenzione di chi è privo di fantasia.
– Illumino spesso gli altri ma io rimango sempre al buio.
– La pazzia mi visita almeno due volte al giorno.
– Quelle come me guardano avanti, anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
– Dio mio, spiegami come si fa ad amare la carne senza baciarne l’anima.
– La sensibilità non è donna. La sensibilità è umana. Quando la trovi in un uomo è poesia.
– Non sono bella, sono soltanto erotica.
– La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno.
– Le più belle poesie si scrivono sopra le pietre coi ginocchi piagati e le menti aguzzate dal mistero.
– A te che mi chiedi come si fa a scrivere, io dico: avendo dentro un dolore tremendo.
– La nostra epoca è una gigantesca bolla di solitudini.
– C’è gente che parla per riempire il vuoto della sua intelligenza.
– Abbiamo fame di tenerezza in un mondo in cui tutto abbonda.
– A pelle si sentono cose a cui le parole non sanno dare un nome.
– Cerca di accettarti così come sei. Non cambiare per piacere agli altri. Chi ti ama accarezzerà le tue insicurezze. Chi vorrà starti accanto si accoccolerà alle pieghe della tua anima. Sii te stessa sempre. Fatti un dono vero, resta come sei.
– Mi piace la gente che sceglie con cura le parole da non dire.
– Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo, ma forse al chiaro di luna mi fermerò.
– Amarti è stato come conficcare una stella nel vetro di una finestra.
– Non sono una donna addomesticabile.
– La superficialità mi inquieta ma il profondo mi uccide.
– E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali.
– Non ho amato troppo. Ho amato le persone sbagliate troppo a lungo.
– Dovrei chiedere scusa a me stessa per aver creduto di non essere abbastanza.
– Quando senti qualcosa che ti fa vibrare il cuore, non domandarti mai cosa sia, ma vivilo sino in fondo, perché quel brivido, quella sensazione si chiama Vita.
– Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo.
– Non ho più notizie di me da tanto tempo.
– Forse dentro il vento è rimasto qualcosa del tuo amore.
– Io non ho mai amato la solitudine, ma se stare in mezzo alle parole significa convivere con la falsità, preferisco starmene per conto mio.
– Da queste profonde ferite usciranno farfalle libere.
– Se le donne sono frivole è perché sono intelligenti a oltranza.
– Le mosche non riposano mai perché la merda è davvero tanta.
– Ci si abbraccia per ritrovarsi interi.
– Solo le cose buone hanno il divenire del cielo.
– Io vorrei essere aiutata, ma non a capire. Perché ho capito fin troppo.
– Metterei la paura dentro le conchiglie e il rumore del mare dentro i cuscini.
– Amare è una grande fatica, perché per accogliere un amore o un amico bisogna preparare uno spazio nell’anima e nella mente.
– Nessuno riesce a strapparti dal cuore questa brutta gramigna del ricordo.
– Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l’ha cambiato per sempre.
– Chi si nasconde nella tenerezza non conosce il fuoco della passione.
– La semplicità, a volte, è il sintomo di una interna avarizia.
– La depressione è un discorso puro sulla creatività.
– La casa della poesia non avrà mai porte.
– Io amo perché il mio corpo è sempre in evoluzione.
– I poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire.
– Si uccide per sete di denaro, o per senso di colpa, comunque si uccide sempre. Si uccide anche con le carezze.
– Il paradiso non mi piace perché verosimilmente non ha ossessioni.
– Il peccato non si rifiuta mai.
– La nevrosi è qualche cosa di circoscritto al pube.
– Quando muore un poeta, al mondo c’è meno luce per vedere le cose.
– Chi muore in silenzio si vendica delle curiosità altrui.
– La tenebra è solo una grande domanda di luce.
– Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore
– Il poeta crea di notte, quando tutto tace e annaspando nell’angoscia trova qualcosa di chiaro. Il poeta non è mai solo, è sempre accompagnato dalla meraviglia del suo pensiero.
– Il fallo maschile mi fa solo pensare a quante rinunce mi ha fatto fare la vita.
– Forse il manicomio esiste per questo. Perché il vero peccato mortale per gli uomini è la libertà.
– La nudità mi rinfresca l’anima.
– Gli emarginati hanno il fiato dolce.
– Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
– Ci sono momenti di solitudine che cadono all’improvviso come una maledizione, nel bel mezzo di una giornata . Sono i momenti in cui l’anima non vibra più .
– Sei un sarto che cuce e ricuce le mie speranze.
– Nessun uomo può dire di non essere stato crocifisso almeno una volta a quel ramo di ulivo che è la donna.
– Ci sono adolescenze che si innescano a novanta anni.
– Il sogno canta su una corda sola.
– Ecco l’unica cosa che mi piacerebbe veramente di tenere in pugno, il suono dell’ombra.
– Ho il colon ustionato di versi.
– Il mio letto è una zattera che corre verso il divino.
– Anche la follia merita i suoi applausi.
– L’imperativo categorico del poeta è di morire prima di cominciare a esistere.
– Domandano tutti come si fa a scrivere un libro: si va vicino a Dio e gli si dice: feconda la mia mente, mettiti nel mio cuore e portami via dagli altri, rapiscimi.
– I figli si partoriscono ogni giorno.
– Romanticismo non significa regalare rose. Romanticismo significa coltivarle.
– Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto.
– Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita!
– Mi hanno sempre giudicata come “strana”, o “diversa”, ma la sai una cosa? Mi è sempre piaciuto da morire; non sopporterei di essere vista come il resto del mondo.
– Non posso farmi santa perché ho sempre in mano l’arma del desiderio.
– La gente quando non capisce inventa, e questo è molto pericoloso.
– Si va in manicomio per imparare a morire.
– Nessuno rinuncia al proprio destino anche se è fatto di sole pietre.
– La tua ricchezza non è chiusa in una cassaforte, ma nella tua mente. È nelle emozioni che hai provato dentro la tua anima.
– Quando la bugia sembra vera nasce la calunnia.
– La menopausa è il periodo dorato dell’amore.
– Se Dio mi assolve, lo fa sempre per insufficienza di prove.
– I miei amori sono di tipo randagio.
– Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci.
– Appartenere a qualcuno significa entrare con la propria idea nell’idea di lui o di lei e farne un sospiro di felicità.
– Rifiuterò sempre il Nobel perché in Svezia fa freddo.
– Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono la vita di insegnamenti. A volte ci fanno volare in alto, altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore: donandoci tutto, portandosi via il tutto, lasciandoci niente.
– È necessario che una donna lasci un segno di sé, della propria anima, ad un uomo perché, a fare l’amore, siamo brave tutte!
– Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni.
– Gli aforismi sono gli incantesimi della notte.
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