ARMANI, CAMILLERI, BATTIATO: TRE MAESTRI DI CREATIVITA’ SI RACCONTANO ATTRAVERSO L’AFORISMA


@@@

GLI AFORISMI DI GIORGIO ARMANI 

L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.

Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. È gusto e cultura.

La chiamo la regola di Cary Grant: vestiti in modo che, quando vedi una tua foto, non sia in grado di attribuirle una data. Cary Grant sapeva che cos’è l’eleganza e la praticava.

Eliminate il superfluo, enfatizzate la comodità e riconoscete l’eleganza del poco complicato

Dio esiste e veste in blu. Dio? Non lo vestirei né col doppiopetto, né in t-shirt e jeans: con un completo blu, confortevole e celestiale.

La moda è quella che viene suggerita e che spesso è meglio evitare; lo stile invece è quello che ciascuno ha e deve conservare nell’arco della sua vita.

Elimino le differenze tra uomo e donna. Ho dato all’uomo la scioltezza, la flessuosità, la morbidezza della donna. E alla donna il comfort, l’eleganza dell’uomo. Io destrutturo, ammorbidisco.

Nella società dell’apparire occorre apparire, ma l’essere oggi rappresenta ancora un valore fondamentalmente. Ritengo che l’apparire abbia breve durata, ma l’essere sia per la vita.

Per essere eleganti non si deve assolutamente aver l’aria di essersi vestiti a fondo, vale a dire essersi studiati molto bene, essersi coordinati; bisogna sempre avere un’aria piuttosto casuale, che non significa essere trasandati.

Valigia intelligente. La valigia è intelligente proporzionalmente alla sicurezza di sé di chi la prepara. Chiunque sappia in che panni si trova a suo agio, fa valigie perfette in cinque minuti.

Semplicemente, non ho mai amato la creatività fine a se stessa, l’esplosione di fantasia capace giusto di stupire e lasciare a bocca aperta con creazioni che poi di indossabile non hanno nulla.

Gli aggettivi con i quali mi identifico, come persona e stilista, sono: preciso, pignolo, rigoroso, intransigente, leale, costante, determinato, appassionato. La mia moda nasce da un lavoro di sottrazione, dal rispetto per chi indossa l’abito, dall’idea di creare uno stile capace di resistere, pur evolvendosi nel tempo.

La semplicità è forza. Semplice non è mai il punto di partenza, ma sempre il punto d’arrivo.

La legge del lusso non è aggiungere, ma togliere.

Rigore necessario. Il rigore nei sentimenti mi è necessario almeno quanto quello della forma.

Esibire il denaro è volgare. Anche quando mi sono ritrovato benestante, ho agito con cautela. Ho sempre ritenuto volgare l’esibizione del denaro.

L’eccentricità è un pensiero che dà nuovo significato alla normalità, un modo per sviarla. Ma deve essere istintiva, o si percepisce una fatica che trasmette solo un senso di pesantezza. Penso che il mio gusto per l’eccentrico si andato in parallelo con quello per il rigore.

Crescere non vuol dire altro che adattare il mondo perfetto delle idee a quello imperfetto della realtà.

Il creativo sicuro è un cretino.

Bisogna accorgersi che sotto all’abito c’è un corpo che pulsa, che sotto questi vestiti c’è un uomo che non è più a disagio se ha scoperto una piega, un’imperfezione. I miei capi non richiedono prove e misurazioni. Si infilano e basta.

Ho dimostrato negli anni che sexy non è il corpo esposto allo sguardo di tutti, ma è suggerire, velare e rivelare, lasciando intuire senza mai esibire.

Un uomo omosessuale è uomo al 100%. Non si deve vestire da omosessuale. […] Quando l’omosessualità è esibita all’estremo come per dire “ah, sai sono omosessuale” è qualcosa che non ha niente a che fare con me. Un uomo deve essere un uomo.

La bontà mi sembra una qualità un po’ modesta. L’ambizione è una grande qualità.

Lo stile di Milano lo sintetizzerei con tre D: discrezione, disciplina, dovere. In un mondo che tende alla cialtroneria, all’anarchia dei comportamenti e alla furberia, ben venga il calvinismo milanese!

Essere famoso è quasi un impegno morale, per non smentirti, per mantenere la fiducia di chi ha creduto in te, per non perdere il tuo stile inconfondibile, con la convinzione che nella vita essere veramente famosi vuol dire esserlo sempre.

Alla famiglia si torna sempre. Anzi, l’unica cosa che ha un senso è la famiglia. Quando pensi che puoi lasciarla e andare in giro per il mondo a fare la tua vita, alla fine c’è un momento in cui la famiglia ti serve e rientrare nei tuoi affetti, ricordare incazzature e momenti felici vissuti insieme ti serve a ricostruire chi sei, da dove vieni. Nei momenti di duro lavoro, di preoccupazione, chiamavo sempre mia madre e le chiedevo di andare a cena da lei.

@@@

GLI AFORISMI DI ANDREA CAMILLERI

Fatevi condizionare il meno possibile da una società che finge di darci il massimo della libertà.

Mentre il rigore morale e l’onestà non sono contagiosi, l’assenza di etica e la corruzione lo sono, e possono moltiplicarsi esponenzialmente con straordinaria velocità.

Possibile che logica, buon senso, sincerità non abbiano più corso legale in Italia?

Non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu rispetto all’altro sei l’altro.

Adoro chi osa. Odio chi usa.

Non basta leggere, bisognerebbe anche capire. Ma capire è un lusso che non tutti possono permettersi.

(Dialettale) – Il prossimo sdilluvio universale non sarà fatto d’acqua, ma di tutti i nostri rifiuti accumulati nei secoli. Moriremo assufficati dalla nostra stissa merda.

È comprovato che gli imbroglioni, più grandi sono, più riescono simpatici a tutti.

Un autentico cretino: difficile a trovarsi in questi tempi in cui i cretini si camuffano da intelligenti.

L’umanità è un immenso formicaio e se vuoi conoscerla davvero devi trasformarti in formica e viverci dentro.

Che cosa straordinaria possono essere i libri. Ti fanno vedere posti in cui agli uomini succedono cose meravigliose. Allora la testa ti parte per un altro verso, gli occhi scoprono prospettive fino a quel momento inedite. E cominci a farti parecchie domande.

(Dialettale) – Distino dell’intelligenti era d’essiri mangiati sempri e comunqui dai cretini cchiù furbi.

La perdita della solidarietà dell’uomo con l’uomo è gravissima, sta cambiando il nostro DNA e non so spiegarmene le ragioni.

C’è un piccolo problema: le parole che per me sono importanti, credo che comincino ad essere assai meno importanti per troppe persone. Per esempio lealtà, onore, dignità.

L’uomo politico difficilmente si accorge di aver esaurito il suo corso e rimane attaccato al posto di potere come la patella allo scoglio.

Fin quando un personaggio non è in grado di alzarsi dalla pagina e cominciare a camminarmi per la stanza, quel personaggio, secondo me, ancora non è risolto.

Mettiamola così: il tempo è una giostra sempre in funzione. Tu sali su un cavalluccio o un’automobilina, fai un bel po’ di giri, poi, con le buone o con le cattive, ti fanno scendere”.

E’ il pensiero della morte che aiuta a vivere.

Forse, senza saperlo, stiamo combattendo la prima guerra globale degli anni duemila. Una guerra che non usa più armi, che non bombarda né fa esplodere atomiche, che non provoca morte ma produce fame, disoccupazione, scontro sociale, impoverimento, insomma riduce sul lastrico i perdenti.

La cultura è sempre ragionata inclusione, mai partigiana esclusione.

È un gioco tinto, quello dei ricordi, nel quale finisci sempre col perdere.

(Dialettale) – Era tradizioni ’n Sicilia che ogni delitto di mafia vinissi, in primisi, fatto passari come originato da ’na quistioni di corna.

Il rinnovamento avverrà quando qualcuno avrà finalmente il coraggio di dire che in politica non tutto è possibile.

Ci sono uomini di qualità che, messi in certi posti, risultano inadatti proprio per le loro qualità all’occhi di gente che qualità non ne ha, ma in compenso fa politica.

Credo che andare in vacanza quando ci vanno tutti sia di una cafoneria imperdonabile.

(Dialettale) – I pinseri sunno i peggiori nimici della panza e, rispetto parlanno, della minchia.

Le parole? Le parole cose d’aria, sono.

La vita dei vecchi come me a un certo momento consiste in un elenco: quello dei morti. Che a poco a poco diventano tanti che ti pare di essere rimasto solo in un deserto.

(Dialettale) – La massima fortuna che un omo può aviri nella vita è quella di non arrivare mai a un punto di disperazione dal quale non puoi tornare narrè.

Può un vero cristiano amare il capitalismo? Perché se è vero che da un lato è stato possibile quantificare le vittime del comunismo, le vittime del capitalismo, invece non vengono quantificate da nessuno.

(Dialettale) – T’arridduci a desiderare la morti perché è un vuoto assoluto, un niente, liberati dalla dannazione, dalla persecuzione della memoria.

Nessuna pausa può essere concessa in questa sempre più delirante corsa che si nutre di verbi all’infinito: nascere, mangiare, studiare, scopare, produrre, zappingare, accattare, vendere, cacare e morire.

Alla libertà dell’uomo libero sempre più viene preferita la servitù del cortigiano.

Non voglio morire male, non voglio avere il pessimismo, voglio morire con la speranza che i miei figli i miei nipoti i miei pronipoti vivano in un mondo di pace. Bisogna che i giovani si ribellino… Non disilludetemi!

@@@

GLI AFORISMI DI FRANCO BATTIATO

Niente è come sembra, niente è come appare, perché niente è reale.

Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro.

Non mi interessa sentirmi intelligente guardando in tv dei cretini, preferirei sentirmi un cretino di fronte a persone eccellenti.

Sono per natura un contemplativo. I profumi, l’aria, sono per me come il telecomando che spegne il mondo.

Vivere non è difficile;  potendo poi rinascere cambierei molte cose: un po’ di leggerezza e di stupidità.

Che cosa possono le Leggi dove regna soltanto il denaro?

Peccato che io non sappia volare, ma le oscure cadute nel buio mi hanno insegnato a risalire.

Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi demenziali con tribune elettorali.

Quante squallide figure che attraversano il paese, com’è misera la vita negli abusi di potere.

Organizza la tua mente in nuove dimensioni. Libera il tuo corpo da ataviche oppressioni.

Noi siciliani siamo come boomerang che l’isola lancia per il mondo e che poi rientrano a portare l’arte che hanno respirato fuori.

Quando ero più giovane credevo che esistesse libertà.

Non prestare orecchio alle menzogne. Non farti soffocare dai maligni, non ti nutrire di invidie e gelosie.

Ho incontrato proletari completamente ignoranti, con un fascino e una intelligenza straordinari. E mi commuove sempre la gente che ha sensibilità, che si accorge dell’esistenza degli altri; delle persone che non sono e non vivono in una situazione tribale come quella che sta vivendo la società oggi.

Quando una società si allontana dalla bellezza, che dell’arte è una delle facce, inizia la decadenza. Quando un individuo pensa di poter fare a meno dell’etica e della bellezza, che ne è inseparabile compagna, inizia la morte vera, quella spirituale.

Fabio Fazio: “Franco che cosa ti ha insegnato la tua esperienza in politica?” Franco Battiato: “Che cosa ho insegnato io a loro, vuoi dire!”

Di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente?

Sono un compositore prestato alla musica leggera.

Tornerà la moda dei vichinghi. Torneremo a vivere come dei barbari.

Ho sempre intuito che la musica è una parte dell’evoluzione. Uno strumento di consapevolezza, di ricerca della propria realtà interiore.

Non sono un politico e non mi credo nemmeno assessore, sono uno che mette la sua credibilità al servizio della propria terra.

Col passare del tempo essere vegetariani è diventata una necessità esistenziale. Non posso più nutrirmi di qualcosa che è vicino alla sensibilità umana. E un giorno ormai lontano ho capito che la mia era una scelta irreversibile.

***
N.B.
La selezione di questi aforismi è a opera di Fabrizio Caramagna. (www.aforisticamente.com)
***