PAOLO BIANCHI, RINALDO CADDEO, MARCO ERCOLANI, CARLO FERRARIO.

“The new italian aphorists”
Arrivati negli U.S.A. altri quattro tra i nostri autori 

Paolo Bianchi

Nessuno ha tanto da insegnarmi quanto il mio avversario, ma nessuno come lui ha così poca intenzione di farlo.

In certi giorni viene voglia di tornare indietro: non all’innocenza dei bambini: alla loro ancestrale cattiveria.

Gesù sarebbe troppo giovane per fare il papa.

I regali più belli li fa chi non ricorda mai le date.

L’autentica comprensione di qualcosa è spesso simile all’autentica felicità: questione di pochi attimi. 

La nostalgia sa essere più ingannevole della speranza.

Amo Dio nel modo in cui si ama un figlio adolescente: ponendogli poche domande.

Non osserveremo mai la Natura tanto bene, come Ella ci osserva.

Chi ti odia ha provato a conoscerti.

Non ti amo ma non so come dirmelo.

Le persone pure, loro possono permettersi di tutto, anche parole banali.

Che sia la maggioranza ad avere ragione ormai lo credono in pochi.

Le idee nascono quando la musica si spegne e tutto tace, noi per primi.

Di fatto esistono tante religioni quanti sono i religiosi.

C’è una caratteristica comune a tutti gli dei, a tutte le divinità, agli idoli e anche ai profeti di ogni epoca e di ogni terra: è quell’irrefrenabile passione per l’enigmistica.

Quante cose diverse portano lo stesso nome! E quante cose identiche portano nomi differenti!

Il Mondo sarà migliore quando il mistico e il grande scienziato si chiameranno colleghi.

I martiri non ci aiutano mai a capire in quale fazione sia il giusto, perché ogni fazione ha i suoi martiri. 

La compagna, la moglie e la madre vorrebbero sincerità dal loro uomo; la femmina, per lasciarsi sedurre, pretende che le si menta.

Quando ci si serve a un buffet; lì si è davvero soli.

La vita? Una autobiografia non autorizzata.

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Rinaldo Caddeo

Se conosci te stesso conosci un altro.

Il più grande spettacolo che si possa immaginare?
Il vuoto.

I virus non si sono fatti rinchiudere allo zoo.

Chi decide la guerra, si considera l’unico sincero pacifista.

La croce è il fallimento di due parallele.

 Un unghia rotta è più fastidiosa di una testa mozza.

Leggerezza trasparenza flessibilità: essere scheletri.

Non mi sento il mio carattere: me lo fanno sentire gli altri.

La trasparenza è misteriosa: dentro non si vede niente.

Ogni foglia sa che la luce le vuole bene, ma il sole no.

 Dio non pretende niente, nemmeno di esserci.

 Nostalgia è, stando lontano dal vicino, stare vicino al lontano.

 Il tempo scorre fuori: dentro non esiste età e pulsiamo eterni.

Il gioco più divertente è rompere il giocattolo e piangere.

Toccare tutto senza farsi afferrare: impara dalla tua ombra.

Gli altri sono in me, fuori di me mi sfuggono.

La maschera è vuota dietro, il viso lo è davanti.

Ho l’orizzonte nei miei occhi senza poterlo mai raggiungere.

Intorno a me i computer hanno più memoria, io sempre meno.

Darwin deriva l’uomo dalla scimmia, Dio dal fango.

Il labirinto più intricato è quello senza muri: il deserto.

Camminando non so cosa c’è dietro, parlando non so cosa c’è sotto.

Ci sono più parole senza cosa che cose senza parola.

Leggere: mettersi dietro le parole. Scrivere: mettersi davanti.

Dio è la formica che hai calpestato, chiedendoti dove era Dio.

Gli alberi sono due mani: una in cielo, l’altra in terra.

 L’angoscia è l’ora esatta di un orologio guasto.

 Al lupo piace azzannare i belati.

La posizione eretta ha infilato il cielo in testa all’uomo.

Lo spargimento di sangue maggiore avviene dentro di noi.

Bene e male sono crocifissi l’un l’altro.

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Marco Ercolani

Se la luce che arriva sul foglio fosse tanto forte da cancellare le parole…

Dopo aver scritto la prima riga, perché continuare?

Ogni discorso rivolto al cielo è una spina che affonda nel cranio

C’è sempre in chi scrive la necessità di leggere parole segrete, fossero anche le sue

Non guarirò mai dal soffio che non mi raggiunge

La vita è cristallo e formicaio.

I libri: la propria ferita, inarrestabile, scesa a patto con delle cicatrici

Senza un solo segreto che sia solo nostro si sarebbe vivi?

A quale età si osserva meglio la luce?

Il foglio bianco nasconde parole non nate. La scrittura ne rivela alcune

Lo stile è la superficie esatta sotto la quale battono i colpi di migliaia di tamburi senza suono.

Ogni poeta è immerso nel sonnambulismo che lo guida al prossimo verso.

Questo libro ha, come autore, chi lo legge e non lo fa morire.

Le tenebre plurali, la notte unica.

Ogni cecità, quando non sia veggenza, è incapacità di vedere

Le nuvole mutano sempre. Non come le pietre, o come certi deliri.

Perché mi sveglio come se qualcuno avesse dormito dentro di me?

I sordi lo sentiranno risuonare il colore?

Arrivo alla metafora come un annegato rivede la superficie del mare

Scrivendo mi allontano dall’uomo che sono stato prima di quelle parole

Un dio – ma simile al fumo che sale dalle macerie

Troppe parole, nella pagina, e pochissimi ricordi, nella mente

Uccidermi sarebbe perdere il flusso vivente di cui solo io sono occhio e orecchio

Scrivere è parlare di un vento di cui non ricordiamo il suono

Dormire è appartenere al segreto di un altro.

Il testo è il risveglio ma il fondo della parola è sonno

Il vero incendio è dove soffochi, non nel chiarore delle fiamme

La scrittura può descrivere i colori, ma ogni descrizione è un’ombra

La musica tradisce il corpo meno della parola.

Scrivere: emorragia che non può essere fermata

***

Carlo Ferrario

La finestra da cui vedo il mondo come teatro, giungla e bolgia è vista dal mondo come il motivo ornamentale di una facciata.

Pessimismo e ottimismo possono giustificare entrambi l’inazione, il primo nella certezza che tanto non c’è niente da fare, il secondo nella convinzione che le cose si aggiusteranno comunque da sole.

PRESENTAZIONI – “Signore, sono lieto di poterla finalmente conoscere”.
“E io, signore, mi rallegro di averla conosciuta soltanto adesso”.

I nostri amici ridono con più gusto se sanno che la battuta che li fa ridere non l’abbiamo inventata noi.

Non poter fare è un limite, poter non fare una facoltà, dover fare un obbligo, dover non fare una pena.

SUCCESSO – E’ talvolta come una fasciatura giapponese che deforma il piede e i lineamenti.

OSTRICHE – Sono 150 milioni di anni che vengono mangiate vive; com’è che non hanno ancora imparato a diventare nauseabonde?

Ben pochi aspirano alla conoscenza, i più si accontentano della disinformazione.

Solo il futuro saprà se siamo esistiti.

Giustamente i vecchi scontano tutte le condanne che da giovani giustamente emisero contro i vecchi.

Le qualità umane (altruismo, bontà, generosità) si pagano quasi sempre con una certa dose di ottusità. Quelle intellettuali con una certa propensione alla perfidia…

L’INIZIAZIONE – Per le tribù occidentali consiste nello strappare un ragazzo alla fantasia per introdurlo al conformismo.

Ciò che spinge un uomo ad imbottirsi di fumo è forse il bisogno di convincersi che c’è qualcosa di ancor meno consistente del suo io.

L’oracolo pagano diceva: “Conosci te stesso e diventalo”; quello cristiano: “Conosci Dio e servilo”; quello illuminista: “Conosci l’umanità e cerca di elevarla”; quello borghese: “Fatti conoscere ed emergi”; quello industriale: “Fa’ conoscere i tuoi prodotti e vendili”.

C’è chi ricava mille pensieri da una cosa sola, e chi un pensiero solo da mille cose.

SCUOLA DI LINGUE – Si preoccupassero di avere qualcosa da dire invece di imparare a dirlo in inglese, in tedesco, in arabo.

Ciò che fa dubitare della nobiltà della sofferenza umana è che quasi tutte le tragedie hanno per fondamento la stupidità.

Un giudice che festeggia un milione di secoli di carcere irrogati.

Vorrei che fosse innocente, perché soffrirebbe di più-”

Tutti abbiamo una doppia vita, quella che avevamo desiderato e quella che ci è toccata… Forse ne abbiamo anche una terza (quella che ci inventiamo) e una quarta (quella che ci viene attribuita).

Non è il corpo la prigione, l’inferriata è più interna.

Forse noi siamo ciò di cui gli altri ridono. Gli altri sono ciò di cui noi soffriamo.

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