JULIEN DE VALCKENAERE
(1898-1958)
Considerato dagli specialisti il maggiore aforista fiammingo, fu ispettore scolastico e diede alla stampa due raccolte: “Levenskunst” nel ’49 e “Zonneburg” nel ’54. A cura della vedova, nel 1960 uscì “Gij, ik end de anderen” (Io, tu e gli altri) edito ad Anversa presso De Pen.
Per la prima volta reso godibile in lingua italiana da Giorgio Faggin – traduttore dal neerlandese di numerosi libri d’arte, di narrativa e di poesia – ecco una sostanziosa scelta dei suoi deliziosi esercizi sapienziali.
AFORISMI
Nell’emporio letterario l’aforisma ha lo stesso posto che in una mostra di fiori ha una pratolina.
Aforista: scrittore che con una manciata di parole vuole far concorrenza a un libro intero, e con un piccolo libro a una biblioteca.
Adulterio: incollare altrove ciò che si è rotto in casa.
Non farti più amici di quanti non possa tenerne il cuore.
La miopia dell’amore è adorabile.
L’amore vecchio non arrugginisce, si prosciuga.
C’è una moltitudine sterminata che neppure il più solitario eremita tiene a distanza: gli antenati.
L’aurea via di mezzo: una corda sulla quale i saggi ci insegnano a ballare.
Bambino pessimista: un mostro di precocità.
Il progresso tecnico non fa in tempo a creare un bisogno che la gente ne ha già bisogno.
Mettersi a lodare il “buon tempo antico” è l’indizio più sicuro che si comincia ad appartenervi.
La calunnia offende soprattutto quando non è completamente inventata.
Cinismo: nella mela più bella cercare anzitutto il baco.
Chiedere consigli e poi non farne nulla è il modo più sornione di adulare.
A chi non è mai contento regalagli il mondo: ti chiederà un po’ di carta per incartarlo.
Conversazione appassionante: quando siamo soltanto noi a parlare.
Chi pensa col cuore ha bisogno di una testa dura.
Democrazia: molesta fatica per trattare tutti con l’uguaglianza che si conviene alle rispettive diversità.
Niente è impossibile a Dio, neppure di provare maggiore simpatia per le sue pecore che per i loro pastori.
Chi vuole abbattere una divinità, ne ha un’altra in tasca.
Chi scambia una donna di quarant’anni con due di venti non sa né quanto vale il denaro, né quanto vale la donna.
Dio creò la donna, osservò Adamo e rimase scapolo.
Bella donna: dono dei cielo, troppo singolare per non venir diviso tra molti uomini.
Si può valutare appieno il valore dell’educazione quando si incontra chi non la possiede, e la sua impotenza quando si incontra chi possiede soltanto essa.
Il lavoro del maestro: inculcare ciò che uno sciocco non imparerà mai e un intelligente imparerà da solo.
“E’ indifferente agli elogi”: “Lodalo per la sua indifferenza”.
Esitare significa dare alla sorte il tempo di precedere le nostre decisioni.
Farfalla: raggio di sole in vacanza.
La fede può smuovere le montagne”: “E staranno poi al posto giusto?”.
Felicità: ciò che continuamente si butta in mare per poter ripescarlo senza sosta.
Hobby: biberon per adulti.
Humor: il sorriso di uno che sa quanto poco ci sia da ridere.
Ci vuole molta sapienza a mascherare l’ignoranza per una vita intera.
L’invidioso non riesce a sopportare che tu faccia il passo più lungo della sua gamba.
Libro eccellente è quello che suscita più pensieri di quanti ne contenga.
Libro popolare: quando nessun pensiero ferma il lettore nella sua corsa precipitosa verso la fine.
Se il porco è uno solo si grida allo scandalo, se sono dieci non si dice più nulla, se sono venti si dubita di se stessi, se sono ancora di più si grugnisce beatamente nel coro.
Chi non ha mai guardato tanto in alto da vedere i propri fili, dà facilmente a un altro l’epiteto di marionetta.
Matrimonio: nodo gordiano che, appena intrecciato, nessuna spada riesce a spezzare, ma che con un po’ di pazienza si allenta da solo.
La luna di miele finisce quando a causa delle spine si dimentica la rosa.
Chi negli uomini e nelle api cerca soltanto il miele, rincasa a mani vuote e con la faccia gonfia.
Un mondo in cui si possa sognarne uno di migliore non è dei peggiori.
“Amate i vostri nemici!”, “E se i più cominciassero intanto con gli amici?”
Approfitta dell’occasione. Ma cogli il fiore senza strappare la pianta.
La vuota oratoria è la sola cosa che possa riempire una testa vuota.
Peccati imperdonabili: quelli che non abbiamo commesso pur avendone avuto l’occasione.
Padre, perdonali lo stesso, anche se sanno benissimo quello che fanno.
Quando il gran polverone si sarà diradato, non si troverà più l’uomo.
Conoscenza personale di un poeta: evidentemente l’ispirazione ogni tanto sceglie male il suo uomo.
L’umanità riconoscente e i suoi grandi uomini: Socrate avvelenato, Aristotele esiliato, Gesù crocifisso, Giordano Bruno arso, Spinoza maledetto, Rousseau dileggiato, André Chenier decapitato, Chamfort indotto al suicidio, Vauvenargues morto di miseria, Lichtenberg dimenticato, Mozart sotterrato come un cane.
La risata ammutolisce quando l’eco non risponde.
Saggezza: provare una gioia più grande nel vedere dieci uccelli nel cielo che nel tenerne uno in pugno.
Fare lunghi discorsi sulla saggezza è già un modo di trattarla male.
Per fortuna ci sono anche dei santi che non hanno meritato lo zero che hanno sopra la testa.
Non costringere nessuno a patire la sete per il gusto di dissetarlo.
E’ incredibile quanto siamo spiritosi in buona compagnia: tranne che per gli astemi
Uomo: l’unico animale che si vergogni di esserlo.
Cento definizioni della vita ti metteranno al massimo nella condizione di aggiungerne una di nuova.
Dove c’è una volontà c’è una via; ma dov’è la via per la volontà?
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