Intervista a Giancarmine Fiume

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1) Tra i molti generi letterari, cosa determina in te la predilezione per la “forma breve” e per l’aforisma in particolare?

La sua capacità di sintesi, veicolo di comunicazione istantanea, facile da apprendere.

2) Quando è avvenuto il tuo primo incontro “fatale” con l’aforisma? E da cosa sei stato indotto a cimentarti in questo genere?

I primi aforismi ad avermi letteralmente colpito li ho scoperti nei romanzi di Victor Hugo. Io sono un poeta e per me l’aforisma è la forma basilare dell’arte, come la cellula lo è per gli esseri viventi.

3) Quali sono stati i grandi aforisti della letteratura classica che più ti sono congeniali e che ti hanno eventualmente ispirato? Ci sono uno o più aforismi sull’aforisma che secondo te definiscono al meglio questo genere?

Devo ammettere, mio malgrado che non ho una vastissima conoscenza del settore, ad ogni modo amo gli aforismi di Victor Hugo, Alda Merini, Stendhal, Balzac.

4) Ritieni che la letteratura aforistica contemporanea, in Italia, abbia dei rappresentanti in grado di raccogliere qualitativamente l’eredità dei nostri maestri del passato?

Ritengo che l’arte in generale, in Italia, abbia degli ottimi rappresentanti, degni eredi dei grandi maestri del passato. Occorrerebbe più coraggio da parte dei canali ufficiali ed istituzionali come avviene ad esempio nei paesi anglosassoni e del nord Europa.

5) A cosa ritieni sia dovuto il calo d’interesse verso l’aforisma, nei tempi recenti, da parte del mondo editoriale?

Forse proprio al suo carattere sintetico che tende a confonderlo con lo spot pubblicitario relegando l’aforisma al mondo dei biglietti dei cioccolatini.

6) Esiste, a tuo avviso, una strada da percorrere perché l’aforisma torni a conquistare l’attenzione dei lettori, soprattutto quelli delle nuove generazioni? Quali azioni indicheresti?

Io credo, più in generale, che l’unica strada possibile per la sopravvivenza culturale sia quella della comunicazione tra le varie forme d’arte, solo così si riuscirebbe a coinvolgere i molteplici strati dei fruitori d’arte. Del resto l’arte è un modo di essere, una disposizione dell’anima.

7) A tuo avviso, l’aforisma può e deve distinguersi dalle varie forme di comunicazione “veloce” oggi tanto in voga come il tweet, lo slogan, la battuta, ecc…?

L’aforisma deve distinguersi dalle suddette modalità d’espressione, innanzitutto per il contenuto poetico letterario e per il fine ultimo che consiste nel portare il lettore a porsi ulteriori domande.

8) Ritieni che la Grande Rete possa aiutare la diffusione del buon aforisma o che, piuttosto, ne faciliti la degenerazione in forme superficiali e scorrette?

Rispondo con un mio aforisma: “Internet ha emancipato l’ignoranza”. La rete ha delle potenzialità mai viste prima; occorre prestare molta attenzione però resto fiducioso.

9) Pensi che la tua esperienza personale, quale autore di aforismi, sia stata fonte di maturazione letteraria, intellettuale, umana? Altrimenti, può esserlo in qualche modo?

Ognuno contribuisce al progresso morale e culturale dell’uomo.

10) Quali ritieni siano le migliori doti che deve avere un autentico aforista, oltre alla propensione per la sintesi?

Non cadere nello scontato e soprattutto spingere il lettore a riflettere. Il tutto condito da una buona modalità d’espressione.

11) Ti senti contrariato se un aforisma di tuo conio viene pubblicato in contesti di pubblica lettura senza che sia citata la sua paternità? In sostanza: secondo te dovrebbe davvero, un aforisma, essere – come sostiene Maria Luisa Spaziani – “cosa volatile, spontanea, che nasce come un fiore e non esige alcuna sigla di origine”?

L’arte trascende il suo autore e l’opera di grande forza è quella che vive indipendentemente da chi ne ha dato vita. Tuttavia, in un’epoca dove il lavoro intellettuale resta pur sempre poco riconosciuto e tutelato sarebbe estremamente atroce ignorare la paternità di un aforisma anche perché, molto spesso è nel vissuto individuale di un autore che si può cogliere l’essenza di ciò che ha portato alla nascita di un’opera universale.

12) C’è una tua silloge, pubblicata o meno, alla quale ti senti più legato perché meglio ti rappresenta?

“Riflessi di fiume”. La mia prima raccolta di aforismi.

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Bibliografia

Nato a Cantù (Co) l’11/06/1979, dopo il diploma di maturità scientifica intraprende il corso di laurea in Filosofia presso l’Università degli studi di Milano. Fin dall’età di sedici anni manifesta una sensibilità artistica che lo porta a prediligere la forma poesia come modalità di espressione. Parallelamente intraprende l’attività musicale sviluppando competenze tecniche per il proprio strumento, basso elettrico, e soprattutto per la scrittura di testi di canzoni. Questa strada lo porta a Febbraio 2012 a conseguire l’attestato di qualifica del corso di perfezionamento per autori di testi, presso il Centro Europeo di Toscolano del maestro Mogol. A Maggio 2012 è finalista del Premio De’Palchi – Raiziss in Verona con la lirica “Prima che canti il gallo”.
A Giugno 2014 pubblica la sua prima raccolta di aforismi, intitolata “Riflessi di fiume”.