L’INCHIESTA: la pochezza dell’autore basta a dequalificare l’opera?


L’INCHIESTA 

“LA PERSONA DISCUTIBILE VANIFICA IL VALORE DELLA SUA OPERA?”

…..Le nostre conclusioni

…..La vicenda inizia, in un modo che potremmo definire “pretestuoso”, quando sulla pagina Facebook del Premio “Torino in Sintesi” viene ricordato, a seguito di un articolo sul Corriere della Sera il 50° anniversario dalla scomparsa di Dino Segre, in arte Pitigrilli.
…..Per ovvie ragioni di competenza, un Premio prima e un’Associazione letteraria poi – l’AIPLA, società che rappresenta istituzionalmente la Forma Breve – citano Pitigrilli nella sua unica veste di scrittore: anzi, in modo  ancora più specifico, per la sua abbondante, eccellente  produzione aforistica, sulla quale una moltitudine di esperti, di critici, di accademici italiani e stranieri ribadiscono, senza reticenze di sorta, l’incontestabile valore. Un valore reso più esplicito a partire dal 2018, quando la massimazione di Pitigrilli, peraltro già oggetto di continue citazioni, viene raccolta per intero da Anna Antolisei nel volume “Pitigrilli, un aforista in ombra”, edito da Joker.
…..Già all’epoca, il successo dell’opera omnia aforistica di Pitigrilli, frutto d’innumerevoli estrapolazioni dai suoi doviziosi scritti, è causa di una polemica che, pur essendo del tutto estranea al contesto letterario, scatena  la protesta di chi  ricorda Dino Segre/Pitigrilli come il discusso individuo che fu al soldo dell’OVRA, polizia segreta del regime mussoliniano, contribuendo all’arresto di noti, ferventi antifascisti.
…..Altre ancora furono le accuse rivolte allo scrittore dal maggior successo di cassetta del primo ‘900: alcune avallate dai Tribunali, altre imputazioni da comprovare a tutt’oggi. Ma, come sopra si accenna, il tema della nostra piccola inchiesta coinvolge Pitigrilli solo in qualità di odierna “pietra dello scandalo”: diremmo meglio, di ennesimo fomentatore di una discussione dal risultato già molte volte accertato, eppure sempre, inesorabilmente in auge. Il tema del contendere? Ancora una volta il medesimo: nella millenaria storia della cultura e dell’arte, ha maggiore rilevanza la natura umana e caratteriale dell’autore, oppure va reso maggiore omaggio all’opera compiuta dall’ideatore, e resa disponibile all’intera società?
…..Va da sé che chiunque sia un entusiasta frequentatore di musei, un lettore costante e appassionato, un esperto melomane o un fruitore di molteplici spettacoli teatrali, mai vorrebbe vedersi privato del tanto ben di Dio che la cultura ha saputo raccogliere e donare nel tempo. E se la “morale comune”, di epoca in epoca, di costume in costume, di luogo in luogo avesse prevalso, è fin troppo ovvio asserire che l’umanità avrebbe visto ridotta drasticamente, e penosamente, la sua ricchezza.
…..Perché, allora, riproporre un quesito dall’esito pressoché scontato? Beh, perché almeno in questa sede circoscritta, abbiamo voluto andare direttamente alla fonte più immediata, e dunque più genuina, delle opinioni maggioritarie e, soprattutto, delle motivazioni addotte per sostenere ogni tesi.
…..Dalla raccolta delle vostre risposte – qui di seguito elencate senza alcun taglio e senza la minima modifica – lo scopo è stato raggiunto: lasciamo nuovamente a voi lettori il compito di constatare con quale abbondanza l’opera abbia vinto sull’autore. Per facilitarvi l’arduo compito, i commenti contrari sono evidenziati in rosso.
…..In calce all’elenco dei vostri interventi, poi, riproponiamo parte di un articolo apparso sul sito “onlinemagazine.it“, dove già veniva trattato il tema dei grandi artisti “maledetti” per addivenire, anche allora, alle nostre medesime conclusioni.
…..Buona lettura, e un sentito grazie a tutti coloro che hanno voluto aiutarci, con il loro intervento, a completare questa piccola ma significativa e “democratica” inchiesta.
…..La Redazione

Le risposte dei lettori

Agata Magnano

Il valore delle opere và aldilà del modo di vivere e delle idee( politiche e non ) dell’autore….allora dovremmo mettere in discussione pure D’Annunzio (per me il suo valore di poeta e scrittore è indiscutibile) e altri autori ( menzionati già nel Post) Naturalmente ognuno di noi poi dà una valutazione in base ai propri gusti, ci mancherebbe.

Amedeo Ansaldi

Mai confondere biografia e opera: regola elementare. Provvidenziale che di Shakespeare non sappiamo quasi nulla, nemmeno se sia esistito. Questo ci risparmia tante interpretazioni che di critico avrebbero poco o nulla, e ci costringe ad affrontare direttamente la sua opera. Innegabile che Pitigrilli sia figura ambigua, per non dire odiosa, ma non vedo come le vicende – abbastanza sordide – della sua vita possano inficiare il valore, se non della sua produzione complessiva, non eccelso, almeno di questa selezione di aforismi a tratti strepitosi e per la maggior parte ‘clandestini’ (estrapolati cioè da romanzi e altri libri di natura non aforistica), curata con sicuri gusto e competenza, e pazienza infinita, da Anna Antolisei. Naturalmente si può decidere, in piena legittimità, di non leggerli perché il loro autore è stato una spia dell’OVRA, ma sarebbe, mi sembra, un dispetto fatto in primo luogo a se stessi.

Pier Franco Quaglieni

Terrei separati i due piani .Lo scrittore non può essere condannato per la sua vita o le sue idee . Temo tuttavia che – salvo i suoi aforismi – Pitigrilli difficilmente possa essere considerato un grande scrittore . Forse neppure lui voleva esserlo . La sua opera narrativa fu di facile consumo e di successo immediato ed effimero . Ho letto una parte dei suoi libri . Altri libri lui stesso non volle che fossero ripubblicati . Ripeto grande aforista.

Domizia Parri

Non a caso sui manuali di letteratura si studia la vita, quindi le tematiche, le opere e la fortuna critica. È impensabile separare le vicende biografiche dall’espressione artistica, per comprendere un autore (non solo in ambito letterario), tuttavia è possibilissimo apprezzare un’opera senza necessariamente che l’etica dell’autore combaci con quella del fruitore

Anna Maria Rosa

Secondo me questa domanda può essere posta proprio perché un artista, un genio spariglia sempre le regole vigenti regalandoci prospettive inedite. Ha sguardi che noi non abbiamo.

Rosamaria Ciotoli

No la vita di un artista è a prescindere dalla sua Arte. Non amo chi spulcia le pieghe d’un vita, talvolta difficile e dura per inficiare l’opera dell’artista. Non possiamo capire motivazioni e comportamenti d’una vita ,mentre comprendiamo meglio un’opera che ha i crismi dell’Arte

Maurizio Mihata Castè

No. Assolutamente. Solo che Pitigrilli è dieci spanne sotto a tutti gli altri. Cioè, a differenza degli altri, oltre a essere un uomo mediocre era mediocre anche come artista.

Rosaria-Ete Secondulfo

Un’opera d’arte resta tale anche se il passato dell’autore è discutibile. Penso a un D’Annunzio le cui opere, soprattutto quelle poetiche, sono di una straordinaria musicalità, ma anche Marinetti, o in campo pittorico un Balla. I progettisti della Mostra d’oltremare a Napoli erano legati al regime. Ciò non toglie che hanno lasciato opere di alto valore.

Palombi Alberto

Per rispondere con un paradosso che nasce dal potere che i media hanno assunto nella vita contemporanea e di più il messaggio pubblicitario, Potrei parafrasare un slogan pubblicitario alla moda : “ ma vai alla CONAD” ! Atto di fiducia e sicurezza rispetto al risultato ! Ognuno degli uomini prima ancora che artisti e letterati non hanno vissuto nell’incertezza del proprio valore individuale intellettuale e intuitivo , per tutti il vero si mescola con il limite dell’altro e i limiti si sa sono facilmente riassumibili nelle leggi e nei dogmi ! Pertanto solo la fantasia e la trasgressione rassicurava la propria esistenza e l’originalità della propria creazione , poi l’esistenza garantirà a chi la fama , a chi la pena !

Diomède Catroux

2 pseudo domande. Per la domanda 1 e 2, si pensi al Perugino. Con Camille Claudel Rodin non è stato un signore, Beethoven anche, nei suoi amori non era un Santo. Vogliamo parlare di Seneca? Ecc. Un opera d’arte può essere un capolavoro e il suo creatore un mostro. Vogliamo parlare di Einstein? Come padre e marito non è stato un esempio ma non c’è nessun dubbio che sia un genio.

Franco Maiorca

Personalmente non ho mai dato troppa importanza all’autore di un o scritto, di un’opera artistica. Così non do importanza agli artisti del cinema e del mondo dello sport. A me interessa ciò unicamente ciò che riescono a trasmettermi, mentre leggo, mentre ammiro, mentre ascolto, mentre applaudo. Ho una mente, un mio pensiero e ciò che riesco a estrapolare dalle opere artistiche appartengono a me e il giudizio muore con me. Leggere, guardare e visualizzare nella mia mente, saziandomi, beandomi.

Stefano Venturini

Wagner era una persona ignobile, cancelliamo la sua musica?

Ferdinando Bonora

Hanno prodotto capolavori proprio perché seppero andare contro e oltre quegli infimi valori ossequiosamente seguiti invece da coloro che paradossalmente avrebbero in seguito osannato tali artisti godendo dei loro frutti. I grandi balzi avanti si hanno quando si infrangono le regole, non quando le si rispettano con pedissequo timoroso perbenismo. In altro campo, se quegli screanzati dei francesi non avessero così maleducatamente assalito la Bastiglia il 14 luglio del 1789 e poi addirittura ghigliottinato il re, ce ne staremmo ancora a marcire nell’Ancien Regime. Preferisco che sia andata così, sia in politica, sia nell’arte e letteratura.

Sergio Giuseppe Carlo Galanti

Le opere vivono di nuova vita, ogni volta che incontrano chi le riconosce come una parte di se. Gli autori talvolta per attenuare la separazione le firmano, ma il tempo che passa non ha memoria, e noi di loro, non sappiamo decidere quale sia la somiglianza con le loro passioni. Giocando a nascondersi con il nostro immaginario scopriamo solo un nostro aspetto che avevamo “dimenticato”. Sarebbe come giudicare il sapore del Baccalà da come nuota.

Elena Menzio

L’opera e’ frutto del genio di un autore, non e’ l’autore. Quando impareremo che un grande autore può essere una pessima persona, sarà sempre troppo tardi.

Angela Dillon Bussi

Sono convinta che l’opera e il suo autore si corrispondono, cioè nelle nostre opere, nel nostro fare in generale ci riveliamo sempre. Quando sembra che ci sia contrasto è perché ci sono interpretazioni non corrette, che si sono radicate. Le interpretazioni anche più serie sono sempre intermediazioni.

Liliana Olivieri

Questi grandi artisti e scrittori hanno una visione personale dell’esistenza, al punto tale da influenzare e i loro scritti pitture o musica, e soprattutto i loro stili di vita. Per loro non ci sono limiti, la loro libertà e lo spirito che si libra in ogni direzione che suggerisce il loro istinto, li conduce a non guardare i canoni dettati da etica e maniere, che sono frutto di menti settarie.

Zena Carletto

Il pensiero che sottende alla domanda è che sia necessario, in qualche modo, uniformarsi. Molti di quelli da voi citati, rifiutavano proprio di uniformarsi. Dal mio punto di vista, tale domanda, indica di non aver compreso la questione.

Pia Mocci

Se per avere quadri emozionanti dobbiamo avere delinquenti ( Caravaggio.Lo era delinquente attaccabrighe assassino e pure imbroglione ) allora no non vogliamo opere d’arte supportate da delinquenza ! Leonardo da vinci era migliore di Caravaggio e non era un delinquente ( almeno no esageratamente ) comunque ora abbiamo solo delinquenti che però nonsi danno perdonare per le loro opere artistiche.

Piero Sbabbaro

l’arte viene sempre dal basso, da gente a cui manca sempre qualcosa, il benessere e le regole tolgono lo stimolo della ricerca e della creazione.

Mauro Sacchetto

Mah bisognerebbe chiedere a Boudelaire o meglio a poe, chissà cosa ne pensa verlaine.

Clara Marasca

Nessun essere umano di questi tempi può arrogarsi il diritto di criticare o argomentare il comportamento di geni vissuti in un periodo storico che non conosciamo, sarebbe anacronistico e fraudolenta, dato che ogni riferimento storico non è credibile.

Elena Salamone Rodrìguez – il paradiso abita tranquillamente nell’inferno…

Stefano Silvia

Non può che averla migliorata. Nessun uomo, una volta “indottrinato”, è più in grado di brillare e aggiungere qualcosa alla “Creazione”.

Nando Segreti

Chi ha inventato i proverbi che sono una scuola di vita dei geni comuni dotati di straordinario acume(e meno male che cene sono stati e ce ne saranno)! Quando la coscienza è più bella delle regole siamo di fronte alle stelle.

Sabrina Velluti Garrucciu

Per me sì, la persona discutibile vanifica totalmente il valore della sua opera.

Rita Castiello

Terrei separati i due ambiti, ma purtroppo non sempre riesco soprattutto con gli artisti più vicini a noi in senso temporale.

Peter Anthony Fowler

A lungo andare, No. Forse c’è ancora speranza in questo empio mondo.

Roberto Di Cicco

Sempre giusto distinguere tra l’opera e l’autore anche quando la biografia dell’autore aiuta molto a cogliere il senso dell’ opera.

Nunzia Guerrini – Assolutamente no.

Corrado Scopacasa – La loro reputazione fatti altrui, le loro opere di tutti.

Guido Mazza – Questioni politiche personali non inficiano il risultato artistico.
L’unica risposta giusta è NO a prescindere dal sondaggio, per motivi che non dipendono né da me né da chi altro valuti. L’arte è riconoscibile come tale anche di autori ignoti. Se ne deduce che ha un valore indipendente dal loro artefice. Inoltre di molti artisti si sa il nome e per il resto non abbastanza per giudicare. Inoltre, fermo quanto sopra i parametri di giudizio etico sono variabili sia col tempo che con la geografia, da cultura a cultura per cui ogni giudizio dato con criteri in voga oggi diversamente che dall’epoca e dalla cultura dell’artista non hanno senso neanche eticamente.

Giovan Battista Nisii – Domanda sciocca.

Maria Cantaro – Nooo…anzi…più tormentata è l’anima più risplende l’operato.

Attilio Actis – Certamente no!

Maura Cedronzi – Adoro De Sade.

Lorenzo Cimiraglia – Non dovrebbe neppure porsi una domanda del genere, assolutamente no.

Mimmo Franzinelli – che ci fa lo squallido Pitigrilli con quei personaggi geniali?

Rosalba Mengoni

Quello che conta è l’opera. Che può piacere o meno, di cui si può o meno condividere il messaggio. Ma l’opera contiene parte della vita dell’autore, sono quindi inseparabili. Per quanto riguarda artisti che appartengono a tempi e mondi diversi dai nostri, non possiamo misurare le loro vite con il nostro metro.

Raffaella Odicino

Alle domande, così come sono poste, si può solo rispondere “no”. Ma la domanda utile è: “la vita di un autore, le sue azioni private, le sue posizioni politiche, il suo agire sociale influiscono sul valore della sua opera? Si può, in questo senso, separare l’uomo dall’artista?”. Perché, se si dichiara di valore l’opera, è quasi ovvio che lo resti anche se l’uomo è un disgraziato. Più interessante sapere se un disgraziato possa produrre un’opera di valore.

Andrea Innocenti

Dipende molto anche dal tipo di colpa e dalla nostra percezione della stessa. Ad esempio, quando lessi che Michael Jackson era accusato di stupro ai danni di ragazzini, non ho potuto fare a meno di provare fastidio ascoltando le sue canzoni. Mentre sapere che certi artisti sono omosessuali, o che si drogano, non mi provoca alcun problema. Non è una questione razionale ma inconscia. Non possiamo sempre decidere e governare le nostre emozioni. Accade e basta.

Renato de Rosa

L’opera di provato valore artistico è compromessa dall’esistenza sconsiderata del suo ideatore e realizzatore solamente nel giudizio degli imbecilli. Mi rendo conto, tuttavia, che, ai loro occhi, questo mio giudizio può essere messo in discussione dalla mia esistenza sconsiderata.

Roberto Repetti

L’artista e l’uomo non sempre hanno la medesima grandezza. Capita che grandi artisti abbiano una grandezza sia etica che morale. Ma capita anche che persone meschine siano artisti geniali. Le vicende della vita possono modellare l’arte di un uomo, ma persone mediocri hanno creato capolavori immortali. Quindi fare una regola sia in un senso che nell’altro mi sembra fuorviante.

Marcello Canci

L’attuale sinistra continua vanamente a tentare distinzioni tra oggettivo valore ed affiliazione e/o asservimento. Ovvio chè è una volgarità ed un’arretratezza culturale,ma in certi casi guardare per il sottile non serve.

Melissa Moseni

Ma di cosa stiamo parlando… Un conto è l’avversione per un’esistenza “borghese” e “perbenista”. Tutt’altra cosa sono (e spesso altra cosa sono le stesse le une rispetto alle altre) la meschinità, l’immoralità, l’illegalità!

Stefano Fratta

C’è condotta e condotta (e scrittore e scrittore). La spia fascista Segre, ultra-traditore, come scrittore è un battutista da cabaret borghese, dimenticabile, e non basta a salvarlo l’aura di “maledetto”.

Lorenzo Lanza

L’Artista vive dell’Arte e per l’Arte e l’Arte è lo strumento con cui COMUNCA EMOZIONI. Le emozioni gli vengono dal mondo esterno mentre lui lo vive. La vita che fa, qualunque e comunque sia, è il motore che le suscita, quelle emozioni. La conclusione è che la vita o “vitaccia” dell’Artista produce comunque quella ‘letora di bellezze che prima di lui non c’erano ed ora ne gode per sempre il nostro spirito. Per questo ciò che conta è il prodotto, non il motore. – Lorenzo Lanza, poeta (non “poco conosciuto” ma conosciuto da pochi).

Cristian Papi – Per essere artisti bisogna saper uscire dagli schemi e dalle convenzioni

Mauro Martin – … assolutamente NO…ci mancherebbe!!!

Iris Della Plebe

dipende dal genere di “scorrettezze” commesse dall’artista. Davanti ad opere dalla sbalorditiva bellezza, se compiute da artista sadico o pe. filo non vorrei mai aprire gli occhi

Claudio Servadei

Vita privata non ha relazione col valore dell’opera, l’arte è arte e redime ogni peccato individuale. Il pericolo dei giorni nostri è il processo opposto, la vita privata e le posizioni politiche di soggetti graditi al potere del momento rendono “artisti” tanti produttori di porcherie rilanciati da furbi galleristi.

Antonio Castronuovo

Impossibile capire un’opera senza avere nozioni biografiche e sociologiche. Nessuno capirà mai la Quinta di Beethoven senza sapere nulla di Beethoven. Separare rigidamente arte e vita è un miraggio: la vita colora l’arte. Ciò non significa che un giudizio sulla vita possa sminuire il valore di un’arte. Se ciò accade, il problema è di chi giudica: è una persona che rinuncia a spicchi di rilievo dell’espressione d’arte.

Rino Feliciani

Le due opzioni mi sembrano le stesse, cmq il valore artistico dell’opera non viene intaccato dalla vita del suo autore, anzi un’opera che è frutto di una vita maledetta resisterà per sempre nella storia, peccato che ora quasi nessuno più ha gli strumenti per intendere il valore artistico dell’opera.

Adriana Bevione

L’antagonismo verso il perbenismo. La provocazione attraverso comportamenti e scelte di vita in contrasto con la regola. L’ironia, il sarcasmo, il disturbo, le sfide fanno parte di spiriti che vagano al di fuori degli schemi. Pertanto credo che non abbiano inficiato il valore delle loro opere. Semmai le hanno arricchite di nuovi possibili sguardi.

Matteo Ageno – Caravaggio era un ribaldo. Forse che i suoi chiaroscuri non sono unici al mondo?

Guglielmo Zamparelli

Qualunque comportamento avessero adottato non avrebbe mai inficiato sul valore della loro opera, quando si ha qualcosa dentro di diverso eccezionale e fuori dal comune, la vita a tua insaputa ti indica la strada giusta per te.

Nazarena Braidotti

Sono tante le vicende private di autori e non solo che deludono fortemente, ma che facciamo , buttiamo via l’opera che stimiamo? No!

Rosanna Romanisio Amerio – espresse in questo modo, le due domande pongono lo stesso identico quesito.

Paolo Montanari

Lo opere sono come i figli: vivono una vita propria. Le colpe dai padri non ricadano sui figli!

Claudio Rosso – Il carattere è il destino. (Eraclito)

Lidia Lidios

Valuto se stimare l’ opera dal punto di vista artistico, ma la sua vita me lo fa amare o meno. A volte ne apprezzo alcuni aspetti (penso a Riefenstahl, per esempio) ma per altri aspetti non posso amare un’anima che disprezzo.

Franco Lista

L’elenco potrebbe continuare. Ma, occorre sottolineare, esiste l’altra figura comportamentale della quale pure è possibile fare un’ampia elencazione. Vale un solo esempio: Kant!

Ermanno Antonioli

L’unica certezza è che Pitigrilli vale forse un’unghia degli altri tirati in ballo

Angelo Paolo Perriello

Art for art’s sake. La conoscenza ha una funzione e una missione. La conoscenza è soggettiva e oggettiva. Ogni produzione intellettuale è soggettiva ma si trasmuta in oggettiva quando comunica in tutti i tempi. E.così l’opera di Leonardo come di Caravaggio, come del Botticelli, come di Shakespeare. Noi osservatori e critici valutiamo il messaggio che la loro opera ci trasmette in primis. Il focus sulla loro vita privata è un altro campo di indagine. Mi attengo alla Solitary reaper di Wordsworth. Stop or gently pass.

Fabio Perella

Ho provato, così per gioco ad elencare tutti gli autori, non solo quelli citati ce ne sono tantissimi anche nella musica nella filosofia, chiaramente non tutti è possibile conoscere, ma ho provato a immaginare il mondo senza quello che hanno fatto/commesso, senza quello che ci hanno lasciato…mamma mia che orrore di grigio sarebbe l’esistenza, ma poi ci sarebbe ad oggi un “esistenza”?

Fab Sebastian Caleffi

Al lettore non fare sapere se l’autore si fa le pere: si tolgano vecchi pittigrilli dalla testa e si tiri la coca letteraria del Segre grande firma.

Francesco Lastrico

Opera e autore non vanno mai confusi, la dimostrazione è che nei secoli il ricordo delle biografie degli autori si perde lentamente nell’oblio mentre le opere (se valide) superano qualunque confine spazio temporale

Rosapia Bruno

Credo che talento e vita privata non sempre vadano di pari passo. L’importante è non perdere di vista il valore del pensiero che questi autori hanno mostrato e farne tesoro… poiché nn farlo andrebbe solamente a nostro discapito.

Fabiana Grasso

Assolutamente no, anzi secondo me la domanda non va posta in questi termini, ma bensì, quanto la loro visione della vita abbia influenzato la loro opera. Dirò di più, se non fossero stati ribelli verso la concezione borghese, probabilmente il loro genio creativo non si sarebbe mai espresso. Quindi, a mio parere, la loro protesta nei confronti del perbenismo borghese è matrice della loro opera. Di conseguenza, ne dà valore, unicità e corpo .

Daniele Passerone

avete messo nello stesso elenco persone più che altro note per i loro eccessi nel sesso o nei vizi del fumo, alcool o gola, o magari perché facevano troppi duelli, con merdosissimi traditori, ratti spie come Pitigrilli.

Antonia Chimenti

Evidentemente no Le circostanze delle loro vite hanno arricchito di preziose sfumature le loro elaborazioni artistiche. La loro matrice comune, aldilà delle vicende biografiche, è costituita dalla verità sublimata in bellezza

Alfredo Dell’Era

Biasimo e riprovazione quanto si vuole, purché giudizio etico e profilo estetico viaggino su binari diversi. E questo vale per ogni artista: Caravaggio e Benvenuto Cellini avevano le mani sporche di sangue, dovremmo forse condannarne le opere?

Sandro Montalto – Bisogna sempre separare l’ovra dall’autore.

Rinaldo Caddeo – Conta di più l’opera dell’autore che l’autore dell’opera.

Matteo Nicodemo – Pitigrilli scrittore va assolutamente riscoperto

Bruno Pennasso – Sempre sostenuto che la vita privata è e deve essere privata.

Marco Romano

Le opere degli uomini, utili o belle che siano, vanno apprezzate per la loro utilità o bellezza. La vita di quelli stessi uomini, così come la vita di chiunque, che sia virtuosa o dissoluta non dovrebbe essere giudicata, se non dalla legge nel caso di reati. I moralisti sono solo sepolcri imbiancati e degli ipocriti.

Sandro Alex Anelli

No, come sta accadendo oggi, bisogna distinguere tra l’artista e il cittadino! Ciellini a sentire le cronache dell’epoca era una persona poco raccomandabile, ma le sue doti artistiche sono innegabili! Credo che però la cosa valga anche per il fanatico che s’indigna se dici qualcosa sui comportamenti del suo idolo, senza per questo sminuire il talento o il genio! Ero anche contro la censura ai cantanti Trap per i testi violenti e misogini, però in quel caso parlare di Arte e come parlare d’Intelligenza e nominare il Ministro Gasparri!

Michele Pastori – La neve cade sui cedri il paese delle nevi le nuvole in cielo sono come un volo di farfalle. (?)

Giacinto Chiosso

Nel caso di Pitigrilli non si tratta solo di vita sconsiderata. Se non sbaglio era un informatore dell’OVRA, la polizia segreta fascista.

Angelo Ventura – No!

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Da “OnlineMagazine.it”

Droghe, alcool e prostitute: la pazza vita degli artisti

…..Molti tra i più grandi geni del passato hanno avuto problemi con sostanze proibite o con la vita mondana. Sono così importanti questi dettagli al cospetto della loro arte?

…..“Era un drogato”; “Era sfatto, un esempio da non seguire”; “Andava a prostitute, un uomo senza valori”. Queste sono solo alcune delle frasi dedicate a Diego Armando Maradona nel giorno della sua morte e nelle ore successive. Ma Diego Armando Maradona era un artista del pallone e, come tutti gli artisti, in qualsiasi altro campo, aveva un lato negativo.
…..Stiamo per elencarvi molti grandi del passato che hanno affrontato i loro demoni attraverso l’assunzione di sostanze stupefacenti. E badate bene che qui non si fa cenno a sommi artisti e intellettuali da considerare esecrabili per motivi diversi; ad esempio per gravi reati commessi, per estreme e violente posizioni politico-ideologiche, per misoginia manifesta, per razzismo dichiarato, per ripetute calunnie, per gesti di gratuita sopraffazione, etc… etc…  Eccovi, qui sotto, un parziale memento!

…..PARIGI, FINE 800

…..Tra le stradine della meravigliosa capitale francese giravano numerosissimi artisti. Tra i più famosi della storia. Tutti, e sottolineiamo tutti, avevano un difficile rapporto con le droghe. Baudelaire prendeva hashish la mattina a digiuno sciolto nel caffè e Rimbaud e Verlaine si stordivano con la “Fata Verde”. Pittori come Modigliani, Sisley, Utrillo e anche Picasso, godevano di tutte le libertà che la vita bohemien consentiva loro. Van Gogh e Toulouse Lautrec annegavano le malattie in un mare di sostanze disparate fra cui il laudano che spopolava soprattutto fra le signore.

…..Alexandre Dumas, amante dei derivati del papavero, aveva approntato una redazione di oppiomani coi quali scriveva feuilleton. Anche molti inglesi, che godevano dell’importazione diretta dall’India coloniale, avevano libero accesso all’oppio. Lord Byron e Shelley, due fra i tanti. Coleridge, o De Quincey che risollevò la sua disastrata condizione economica con i proventi di “Confessione di un giovane oppiomane”. Conan Doyle, spesso indugia sul vizietto di Sherlock Holmes che assume coca a fasi alterne.
…..Il nostro vate, D’Annunzio, in confronto era un principiante, troppo erotomane per cedere ai neuro-depressivi, magari un po’ di coca per rinvigorirsi, ma senza le vette di gioia e gli abissi di dolore che caratterizzarono i francesi. La psicoanalisi nacque forse dal tentativo di Freud di liberarsi dalla dipendenza di cocaina, sintetizzata nel 1865 e molto diffusa fra i medici di area tedesca. Oltreoceano gli scrittori si davano perlopiù all’alcol. Hemingway, Fitzgerald, Poe e poi Capote, Bukowsky e Kerouac, solo pochi esempi fra coloro che all’inizio del’900 si sfasciavano di Bourbon.

…..IL XX SECOLO

…..Ma non solo la Parigi ottocentesca. Anche nel XX secolo, tanti artisti, in particolare tra i musicisti, l’uso di sostanze proibite era all’ordine del giorno. Negli anni ’40 quasi tutti i jazzisti di colore, Charlie Parker, Mingus, John Coltrane facevano uso di eroina, forse per “combattere” quell’infinito razzismo nei loro confronti in quegli anni difficili.
…..Altro esempio incredibile: la triste storia della signora del Jazz, Billy Holiday, vale per tutte; violentata adolescente, costretta ai lavori più umili, prostituta per necessità, riuscì a sfondare grazie alla sua voce meravigliosa che, resa roca dalla sostanza, raggiungeva vette altissime di pathos. Morì giovane di epatite fulminante.

…..Non si può parlare di tutti i musicisti, scrittori poeti e pittori che morirono di overdose o col fegato spappolato, non basterebbe un trattato; ma si possono dividere per esempio gli eroinomani dai consumatori di LSD. Tristi e introspettivi i primi, visionari i secondi. Due nomi: Janis Joplin, Jefferson Airplane.
…..Federico Fellini dichiarava di aver inventato e disegnato alcuni dei suoi personaggi, sotto l’effetto di Acido Lisergico, bevuto in forma liquida, d’accordo col suo medico e amico. (Fonte dal web https://borderonline.it/2017/07/15/gli-artisti-e-la-droga-da-van-gogh-a-fellini-enrico-nascimbeni/ )

…..Dunque, dovremmo disertare anche tutte le mostre dei grandi artisti citati in precedenza? O non ascoltare più la grande musica del jazz del passato? Prima di giudicare la vita di un artista, poniamoci invece una domanda più utile: “Le loro dipendenze hanno impedito a noi di godere delle loro gesta?” La risposta è no. Siamo stati fortunati, noi intesi come genere umano, ad aver assistito ai colpi di pennello di Picasso o Van Gogh, così come siamo stati fortunati aver assistito alle magie di Maradona. La loro vita privata era la loro. La loro vita pubblica sarà per sempre la nostra. Limitiamoci a godere di quest’ultima.

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