Rodolfo Cerè è nato a Mendrisio nel 1979. Chef di professione, coltiva l’espressività creativa nel quotidiano, attraverso la ricerca poetica del linguaggio e il nutrimento delle parole.
Nel 2019 esce la sua prima raccolta di aforismi dal titolo “Spiegate alle vele” edita anch’essa da LietoColle, che nel 2020 vince la menzione speciale al premio “Torino in Sintesi”. Eccola, qui sotto, riportata integralmente.
FRASI, A CUI NESSUNO BADA
È il punto a battere il rigore grammaticale.
I poeti non ossimorici detestano l’infinito presente.
La lingua serve.
Sono sempre un buon solvente, ma ormai poco caustico.
Il sentiero della brevità è interminabile.
La buona poesia lascia il silenzio.
Di questa epoca si studierà il risentimento del tempo.
Cerco spesso di essere partecipe senza militare.
A volte penso che Dio sia offline.
Quella degli altri è migrazione, la nostra è fuga di cervelli.
Solo il riconoscimento facciale sa chi sono.
Non sono nessuno per sentirmi un qualcuno.
Vorrei avere la testa tra le nuvole, ma poi la trovo nel cloud.
La storia dell’umanità si concluderà con una esplosione di stories.
Prova a profilarti prima che ti profilino.
Non è un’antitesi la possibilità di essere meno smart e più intelligente.
Gli intolleranti guardano con sospetto il latte vaccino.
L’aumento del costo della vita ha rincarato anche l’eutanasia?
Il lavoro smobilita l’uomo.
Da quando non è più piaga, la fame è diventata moda.
Nei processi contemporanei vi sono più processori che processati.
Ogni vita ha la sua obsolescenza programmata.
La disoccupazione è una singletudine lavorativa.
Il lavoro di team porta certi individualismi agli estremi.
Solo il senzatetto può non essere lasciato a casa.
Spesso mi sono sentito un numero, ma non ho mai capito quale.
Ci sono manager dal talento michelangiolesco, che, insoddisfatti della propria opera vorrebbero scalpellare il personale.
Vivo nel dubbio dell’ombra.
Al centro di ogni libro c’è la radice di un albero.
La fluidità dei corpi varia a seconda dello stato.
Cercasi computer non binario per assunzione inclusiva.
L’intelligenza artificiale è figlia di N.N.
Gli amori tossici hanno affetti collaterali?
L’era digitale salva vergogne e dimentica la vergogna.
Le buone cicatrici sono un fatto testuale.
Se avessi un utero potrei parlarne, invece no.
Un buon chirurgo è un grande scrittore, taglia e punteggia senza remore.
Non esistono più testi sacrileghi, piuttosto, autori santificati.
Compio peccati linguistici senza sapere a quale vizio assegnarli.
Un silenzio appartiene a tutte le lingue.
A una certa età, è meno difficile chinarsi sui libri che per terra.
Sono giunto tardi allo studio per far presto al lavoro.
La fine del mondo letterario è una frase nucleare.
Alcuni pianeti sono spaventati dalle nostre universalità.
Il monoteismo è più semplice della monogamia perché non contempla gli avvocati.
Sono connesso da remoto solo con il passato.
Cerco di entrare nel canone se non è a pagamento.
Ho pensieri incolonnati nelle riflessioni tangenziali.
Una brutta dipendenza: si faceva la morale.
L’amore nasce dagli occhi, entra nel cuore e finisce nel telefono.
@@@
Selezione da “Crisma di aforisma”,
AA.VV. Geografie minime, Edizioni Joker, Novi Ligure 2015
L’umanità è fine a se stessa.
La corda è la sciarpa dei poveri.
Ascolto sempre chi non ha parole.
Personalmente non sono obiettivo.
Ci sono fragilità durissime.
@@@
Selezione dalla silloge “Aforismi aziendali”
L’autoscatto è una forma di carriera?
Quando il direttore mi dice “Ciao Ciao” ho paura di essere un costo
Plastica sei e plastica ritornerai
I noccioli della questione non sono facilmente digeribili
Il lavoro uccide anche la domenica
@@@
Selezione da “Spiegate alle vele”, Faloppio, LietoColle, 2019.
Quando mollo gli ormeggi mi sento ancorato
Le acque danzanti, coprono i movimenti dei bacini
L’amore è la benedizione dell’infinito
Non so più che pesci prendere da quando si stanno estinguendo
***